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Il senso di isolamento secolare del carcere, la tentazione sempre forte di individuare nelle mura penitenziarie il luogo dove celare ciò che non deve essere visto, la tendenza a rimuovere le responsabilità dell'organizzazione sociale nelle motivazioni delle azioni devianti, rappresentano solo alcune delle immagini o delle sensazioni che hanno definito per decenni il rapporto tra la realtà istituzionale, l'intervento educativo e la comunità esterna. In tal senso, il volume offre alcuni spunti di riflessione circa modelli e pratiche di ri-educazione e ri-socializzazione in carcere, attivati dall'educatore penitenziario, che rappresenta la figura di mediazione tra il recluso e il mondo esterno, nonché l'esperto centrale di una politica penitenziaria orientata ad un effettiva rieducazione e risocializzazione dei detenuti. A tal fine, la ricerca partendo da una nuova prospettiva di pedagogia penitenziaria e di relazioni cognitivo-sociali che collegano l'educazione al fenomeno devianza, pone una particolare attenzione al ruolo e alle competenze dell'educatore penitenziario, alla luce di una reale esperienza che è maturata all'interno della Casa Circondariale Bicocca di Catania.